Intorno al 1905 la situazione cambia: il progressivo aumento del metraggio delle pellicole, il perfezionamento dei proiettori, la riduzione dei prezzi d’ingresso, il miglioramento delle attrezzature, la crescente necessità di rinnovare l’offerta dei film, creano le condizioni per la diffusione di sale cinematografiche stabili. Torino, Milano, Napoli e Roma sono le città in cui si diffondono maggiormente i cinematografi permanenti.
Questi fattori, insieme anche a un contesto economico più favorevole agli investimenti e alla modernizzazione, pongono le basi per un decollo produttivo del cinema anche nel nostro paese. Anche se le prime società nascono con quasi dieci anni di ritardo rispetto alle analoghe iniziative di paesi come la Francia e gli Stati Uniti, alcune di esse riescono a sviluppare in tempi rapidi un’attività competitiva.
La prima società di produzione italiana, l’Alberini & Santoni, nasce a Roma nel 1905, su iniziativa di Filoteo Alberini, già attivo da anni nel settore dell’esercizio. La società romana realizza nello stesso anno della sua costituzione il primo film italiano a soggetto: si tratta de La presa di Roma, girato per celebrare il 35° anniversario dell’ingresso delle truppe italiane nella futura capitale dello Stato unitario. Con l’arrivo di nuovi finanziatori, l’Alberini & Santoni si trasforma poi nei primi mesi del 1906 nella Cines, una delle più importanti e longeve società di produzione del cinema italiano.
Oltre a Roma, anche Torino inizia a imporsi come polo significativo (seguita poco dopo anche da Napoli, sia pure in misura minore): nel 1906 si costituisce la società collettiva Ambrosio & C., per iniziativa di Arturo Ambrosio, titolare di un negozio di ottica e fotografia, mentre l’anno successivo viene fondata la Carlo Rossi & C., dalle cui ceneri nascerà, nel 1908, l’Itala Film di Carlo Sciamengo e Giovanni Pastrone.
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