Nell’ambito della nuova serie dei suoi “Quaderni”, la Cineteca Nazionale pubblica, a cura di Sergio Toffetti, il volume Silvio Laurenti Rosa. Un regista che si confessa
Il libro raccoglie e contestualizza le memorie di Laurenti Rosa, ritrovate in un dattiloscritto parte del fondo Quaglietti, depositato presso la Biblioteca “Luigi Chiarini” del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Autore di alcuni interessanti film risorgimentali come Dalle cinque giornate alla breccia di Porta Pia (1923), Garibaldi e i suoi tempi (1926), I martiri d’Italia (1927), quasi coetaneo del cinematografo, di cui sembra considerarsi un fratello maggiore, Silvio Laurenti Rosa ci conduce, sul filo dei ricordi, davanti e dietro gli schermi frettolosamente montati dai pionieri degli anni ’10. «Io non mi servirò di documentazioni bibliotecarie – dichiara – bensì di ricordi personali». Tra le sue pagine ci si perde sulle tracce di un “dispositivo allo stato nascente” e si incrociano pionieri come Filoteo Alberini, industriali del Nord come il commendator Ernesto Maria Pasquali, belle donne e nobili papalini a caccia di affari, come il barone Alberto Fassini, svelti faccendieri che finiranno per prendere in mano l’intero apparato del cinema italiano, come l’avvocato Giuseppe Barattolo. Tra birrerie trasformate in cinematografi, retrobottega allestiti a studios, ma anche uffici di improvvisati finanzieri, sindacati, e addirittura logge massoniche, fin quando tutto andrà “fascisticamente” a finire nel Minculpop. Il volume, curato da Sergio Toffetti e parte della nuova serie dei “Quaderni” della Cineteca Nazionale, si arricchisce dei contributi di Silvio Alovisio, Marina Cipriani, Luca Mazzei, Vittorio Martinelli e di una filmografia curata da Laura Gaiardoni. Il volume è disponibile sul bookshop del sito del Centro Sperimentale di Cinematografia.