In conseguenza della crisi numerosi professionisti del cinema italiano sono costretti emigrare in altri paesi, in particolare in Germania. Il fallimento dell’Uci riapre gli spazi del mercato ai piccoli produttori indipendenti. I tentativi più riusciti di mantenere in vita la produzione italiana negli anni Venti sono condotti da produttori che propongono film per un pubblico regionale o per le comunità italiane all’estero: è il caso di alcuni produttori napoletani come Emanuele Rotondo, Vincenzo Pergamo, la famiglia Notari, guidata sin dal 1905 dalla forte e singolare personalità di Elvira, ma soprattutto Gustavo Lombardo, già attivo dagli anni Dieci come uno dei più importanti distributori italiani.