Giovanna d’Arco, 1913

Regia: Ubaldo Maria Del Colle; produzione: Savoia Film, Torino; visto censura: n. 1449, 1-12-1913; lunghezza originale: 1400/1800 m (tre parti); aiuto regia: Nino Oxilia; fotografia: Lorenzo Romagnoli; interpreti e personaggi: Maria Jacobini (Giovanna d’Arco), Alberto Nepoti (Carlo VII, re di Francia), Arturo Garzes (il vescovo Cauchon), Mario Ronconi (Bertrando di Poulangy), Virgilio Fineschi (il monaco Loiseleur).

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Il film
Definito nelle frasi di lancio come «grandiosa epopea storico-religiosa in 2500 metri», il film ripercorre i momenti fondamentali della vita di Giovanna d’Arco.
Il racconto comincia con l’apparizione dell’arcangelo Michele e delle sante Margherita e Caterina, che indicano a Giovanna ancora giovinetta la sua missione di vita; continua con la visita di Giovanna al signore di Beaudricourt e al re Carlo VII, accompagnata dal fido Bertrando di Poulangy, che l’ama devotamente; seguono la battaglia per la liberazione di Orléans assediata dagli inglesi, l’incoronazione di Carlo VII a Reims l’11 luglio 1429 e il ferimento di Giovanna sotto le mura di Parigi, fino alla sua cattura da parte dei Borgognoni guidati da Jean de Luxembourg. Quando il tentativo di liberarla messo in atto da Bertrando fallisce, Giovanna viene catturata dagli inglesi, che la fanno processare dal tribunale dell’Inquisizione: tradita dal suo confessore, il monaco Loiseleur, viene condannata a morire sul rogo.

«Grandiosa epopea storico-religiosa in 2500 metri – Ricostruzione fedele – Accuratissima messa in scena – Rigorosa autenticità – Azione emozionante – Interpretata dalla signorina Maria Jacobini che ha fatto della sua parte una creazione veramente meravigliosa».
Pagina pubblicitaria della Società Italiana Eclair/Savoia Film, «Il Maggese Cinematografico», Torino, anno I, n. 10, 10 settembre 1913, p. 27.

«Apprendiamo dal signor Ratisbonne direttore dell’Agenzia Eclair a Londra che la nuova film della Savoia “Giovanna d’Arco” sarà programmata quanto prima. L’eloquenza del signor Ratisbonne ha spiegato tutti i meriti di questa nuova produzione. Sembra che la compagnia Eclair sia la promotrice di queste films possedendo essa i documenti spagnuoli originali per mezzo dei quali ha potuto stabilire correttamente i costumi e i dettagli dell’epoca e la Savoia che è stata incaricata dell’esecuzione si è attenuta fedelmente al periodo in cui gli avvenimenti risalgono».
Ivi, p. 20, rubrica “Spigolature”.

«Una film colossale […] che sebbene in qualche dettaglio presenta delle mende e qualche deficienza, nel suo complesso è un lavoro apprezzabilissimo e di effetto. Alcuni quadri d’assieme e di movimento di masse, specialmente, sono indovinatissimi e sapientemente condotti; curati assai i costumi, mobili, attrezzerie e grandiosa, senza economia, la messa in scena.
La signorina Jacobini, che nelle films passionali e drammatiche ammirammo e complimentammo sovente, in questo lavoro in cui un sentimento grandissimo di fede predomina ed agita il suo essere, si è comportata come meglio non avrebbe potuto fare, dandoci un’interpretazione misurata della coraggiosa e sventurata eroina. Ottima la parte fotografica».
Il Rondone, «La Vita Cinematografica», Torino, Anno IV, n. 21, 15 novembre 1913.

Le fonti sono tra loro in contraddizione nell’indicare il metraggio di questo film: nelle pubblicità si parla di addirittura 2500 o 2000 metri, mentre nei dati di censura raccolti da Aldo Bernardini e Vittorio Martinelli (Il cinema muto italiano 1913, Prima parte, CSC-Nuova Eri, Roma 1994. pp. 264-266) la lunghezza viene indicata di possibili misure, 1800 o 1400 metri; rimane invece costante il riferimento alla suddivisione in cinque parti, che rende più probabile una lunghezza pari o superiore ai 2000 metri.

 

I materiali fotografici
Il film a tutt’oggi non risulta conservato in alcun archivio, mentre i materiali che vengono qui presentati corrispondono al corredo pubblicitario della Savoia Film, conservato dalla Fototeca del CSC-Cineteca Nazionale.