Regia: Alberto Degli Abbati; produzione: Film Artistica “Gloria”, Torino; distribuzione: De Giglio e C. anno: 1914; visto censura: n. 2296, 14-01-1914, con titolo principale Nel mare della vita e titolo alternativo Morte bella; lunghezza originale: 884 m (tre parti e 200 quadri); soggetto: Alberto degli Abbati; sceneggiatura: Gaetano Contursi Lisi; fotografia: Giacomo Farò; personaggi e interpreti: Franco Cappelli (Peppeniello), Dante Cappelli (Nunzio), Daisy Ferrero (moglie di Nunzio), Carlo Gervasio, Massimo Gajani, conte Totto (i tre ufficiali), Felice Metellio.
Altri titoli: Nel mare della vita (censura); Peppeniello; Peppeniello e la bella morte.
Il film
Nella Napoli del 1820, tre ufficiali dell’esercito borbonico vengono condannati a morte per aver collaborato con i patrioti napoletani, ma evadono di prigione calandosi lungo la scogliera. Il pescatore Nunzio, che vive con la moglie malata e il figlioletto Peppeniello, riceve un messaggio anonimo in cui gli si chiede di aiutare i tre evasi. Nunzio esegue e li nasconde in casa.
Peppeniello, intanto, non ha i soldi per le medicine della madre e viene cacciato dalla farmacia, condotto alla polizia e interrogato. Per intascare i soldi della taglia, il piccolo rivela il nascondiglio dei tre ufficiali e il padre, scoperto l’accaduto, lo caccia di casa, ma poco dopo viene arrestato e condannato a morte insieme ai tre ufficiali.
Il bambino, compresa la gravità della sua azione, si accorda con un soldato e fa fuggire gli ufficiali, mentre Nunzio si sacrifica coprendo loro la fuga. Qualche giorno dopo, mentre Nunzio viene condotto al luogo dell’esecuzione, Peppeniello gli si getta tra le braccia. Di fronte alla richiesta di grazia, il re trasforma la pena di morte in quella di esilio a vita.
Il film viene riportato nelle fonti con titoli diversi: Nel mare della vita è il titolo principale nei dati di censura, Peppeniello oppure Peppeniello e la bella morte figurano allo stesso modo nelle recensioni d’epoca.
«Peppeniello ebbe calorosa accoglienza al “Borsa”. È un meraviglioso capolavoro storico-patriottico, le scene e i paesaggi sono stupendi e grandiosi, l’interesse è continuo; al drammatico è riunito il patetico, l’eroismo al disinteresse, al sacrifizio: il bambino Franco Cappelli, di anni cinque, destò l’universale plauso e la commozione di qualche lagrimuccia nell’elemento femminile». A.C., «La Cine-Fono», Napoli, 7 febbraio 1914, corrispondenza da Torino.
I materiali filmici
Preservato a cura della Cineteca Nazionale nel 1968, in b/n, da un positivo nitrato imbibito lungo 760 metri, con didascalie italiane (non più conservato). Didascalie italiane, in parte originali, in parte rifatte.
Link al film (Vimeo CN)
Provenienza: CSC-Cineteca Nazionale
B/n – colore: b/n
Lingua: didascalie italiane
Durata: 00:34:32
Velocità di proiezione: 18 fps